Perché non esiste ancora una graduatoria nazionale per l’ammissione alla carriera ospedaliera?
Come tutti sapranno, sono un medico, libero professionista cardiologo – internista. Scrivo queste mie considerazioni volendo ricordare a me stesso e ai lettori che dal 1977, da quando ho iniziato a partecipare ai concorsi pubblici ospedalieri, nulla è cambiato.
Mentre ho verificato con piacere una graduatoria nazionale per quanto riguarda i concorsi di specializzazione post- laurea, togliendo il giudizio scientifico alle università locali, mi sono chiesto e mi chiedo come mai i concorsi di ammissione per carriera ospedaliera sono ancora effettuati da numerose strutture pubbliche. Come mai esiste ancora una valutazione per prova scritta e orale. Come mai non viene programmata una graduatoria nazionale.
Capisco bene che gestire un concorso pubblico è un onere da parte della commissione giudicante. Immagino quante problematiche possano avere i vari componenti che devono formulare una graduatoria ‘locale’.
È possibile che non si possa applicare una meritocrazia basata sulle capacità dell’aspirante?
È possibile che non si possa applicare una meritocrazia basata sulle capacità dell’aspirante?
Secondo il mio modesto giudizio, la graduatoria nazionale toglierebbe molte imprecisioni dei numerosi concorsi aziendali facilmente influenzabili dalla emotività dei giudicanti.
Una ulteriore riflessione riguarda i concorsi per assumere medici che devono dimostrare la loro abilità chirurgica-interventistica. Lavoro non solo clinico ma che richiede una manualità ed una predisposizione naturale a risolvere abilmente qualsiasi situazione che possa presentarsi durante le ore lavorative. Ovviamente, come si evince, il tutto non può essere affidato ad una prova orale e scritta per essere giudicati. Per superare queste problematiche c’è solo un modo: graduatoria nazionale e dimostrare ad un’ampia commissione esterna la propria arte medica da applicare per il bene del paziente.
Dott. Giancarlo Stazi
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