Quale procedura per la prevenzione del danno renale da mezzo di contrasto?
La prevenzione del danno renale da mezzo di contrasto (CIN), è estremamente legato alla tossicità della Nefropatia da mezzo di contrasto (MDC), la quale rappresenta oggigiorno una delle cause più frequenti di insufficienza renale.
La MDC è infatti strettamente correlata a condizioni cliniche che sono oggi sempre più frequenti nei pazienti ricoverati quali: l’insufficienza renale preesistente, il diabete, le malattie cardio-vascolari, l’insufficienza cardiaca e l’età avanzata. Il danno renale cronico preesistente rappresenta il principale fattore di rischio nei confronti della CIN.
La CIN ha gravi conseguenze sia in termini di peggioramento della sopravvivenza a breve e lungo termine del paziente, che di progressione dell’insufficienza renale verso la dialisi.
Queste considerazioni spiegano come negli ultimi anni il tema della tossicità renale da MDC abbia suscitato un crescente interesse nella letteratura, in ambito nefrologico, cardiologico e radiologico, che si è incentrato significativamente sulla terapia di prevenzione.
Protocolli per la prevenzione del CIN
Secondo i protocolli utilizzati a livello internazionale, la procedura ottimale per gestire la CIN (Prevenzione del danno renale da mezzo di contrasto) è descritta qui di seguito.
Innanzitutto deve essere iniziata una infusione parenterale salina isotonica senza diuretico 12 ore prima del MDC (ricordo essere la Nefropatia da mezzo di contrasto) a una velocità di 1 mL/Kg/ora e continuata per 24 ore se non vi è alcuna controindicazione.
Nei pazienti che hanno a disposizione poco tempo per l’idratazione o sono a rischio più elevato, l’infusione di bicarbonato (154 mEq/L, 3 mL/Kg/ora per 1 ora in bolo prima del m.d.c., seguito da 1 mL/Kg/ora per 6 ore) può essere usata come alternativa alla soluzione salina isotonica.
N-acetilcisteina per somministrazione orale (1200 mg per 2 o 3 volte al giorno, a partire dal giorno prima della procedura per 24-48 ore post) insieme alla idratazione parenterale è suggerita per i pazienti a rischio.
L’emodialisi/emofiltrazione può essere presa in considerazione solo nell’insufficienza renale cronica 4/5 stadio.
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