Protocollo operativo sulla ventilazione meccanica non invasiva
Come gestire una ventilazione meccanica non invasiva
- CPAP – Insufficienza di scambio alveolare
- BiPAP – Insufficienza di pompa toracica
Cos’è l’insufficienza respiratoria?
L’insufficienza respiratoria è una condizione fisiopatologica caratterizzata derivata da una alterazione dello scambio gassoso fra atmosfera e sangue arterioso da cui consegue una alterazione della pressione del sangue arterioso dell’ossigeno e dell’anidride carbonica.
DEFINIZIONE
Definizione parziale ipossiemica – PaO2 < 60 mmHg
Globale ipossiemica-ipercapnica – PaO2 < 60 mmHg – PaCO2 < 45mmHg
Come si fa la diagnosi di un’insufficienza respiratoria?
La diagnosi di insufficienza respiratoria non è una diagnosi clinica, ma richiede sempre una misurazione della pressione parziale dei gas nel sangue arterioso. Pertanto la diagnosi di insufficienza respiratoria deve essere effettuata mediante EMOGASANALISI ARTERIOSA.
Valutazione emogasanilitica dell’insufficienza respiratoria
EQUILIBRIO ACIDO BASE
ph cologaritmo della concentrazione idrogenionica nel plasma
Pa CO2 – pressione parziale dell’anidride carbonica nel plasma, inversamente proporzionale alla ventilazione alveolare
HCO3 – concentrazione di bicarbonati nel plasma (in equilibrio dinamico con la CO2 attraverso l’anidrasi carbonica a formare il cosidetto tampone Bicarbonato). Tale concentrazione è regolata dall’entità del risparmio renale.
BE – indice correlato alla disponibilità plasmatica di basi
TIPI DI ACIDOSI ACUTA
ACIDOSI METABOLICA
pH ridotto
pCO2 ridotta
HCO3 e BE ridotti
ACIDOSI RESPIRATORIA
pH ridotto
pCO2 aumentata
HCO3 e BE normali o aumentati
ACIDOSI MISTA
pH ridotto
pCO2 aumentata
HCO3 e BE ridotti
Come si valuta lo stato di ossigenazione
Sa O2 – saturazione di ossigeno (percentuale di Hb ossigenata/Hb totale). Tale parametro è correlato alla pressione parziale dell’ossigeno attraverso la curva di saturazione dell’emoglobina. Una saturazione inferiore al 90% è indice di ipossia, mentre un valore inferiore al 75% indica una ipossia grave.
Pa O2 – la pressione parziale dell’ossigeno nel plasma ( 60-90 mmHg in rapporto a età e fattori ambientali come ad esempio la pressione atmosferica)
Fi O2 – percentuale o frazione di ossigeno nell’aria inspirata (aria ambiente 0,21)
Valutazione dello stato di ossigenazione sotto inalazione di O2
Quando un paziente respira ossigeno a varie concentrazioni , la valutazione dello stato di ossigenazione non può basarsi sui valori assoluti di O2, ma essi devono essere rapportati alla FiO2 (frazione di O2 nella miscela gassosa inspirata). Si valuta quindi il rapporto: PaO2/FiO2
Esempio: un soggetto normale che respira in aria ambiente (FiO2 = 0,21) presenterà i seguenti valori:
90/0,21 = 428
vn>300
Ipossia media 200-300
Ipossia grave =< 200
Insufficienza di scambio iniziale
Se un paziente manifesta un disturbo nello scambio di ossigeno a livello alveolare, nelle prime fasi del processo tenderà a compensare l’ipossia aumentando la frequenza degli atti respiratori e quindi la ventilazione alveolare, con conseguente ipocapnia e alcalosi respiratoria. In questo caso avremo un quadro emogasanalitico caratterizzato da:
PaO2 normale ma tendente al basso
PaCO2 molto ridotta
Ph aumentato
BE normale
Tale quadro può essere definito come ipossia compensata da alcalosi respiratoria (quadro di iperventilazione vicariante)
Insufficienza di scambio grave
Se il deficit di parenchima o di scambio diventa più grave, l’ipossia non può più essere compensata dall’iperventilazione per cui compare una evidente riduzione della PaO2, accompagnata da una acidosi metabolica secondaria ad iperlattacidemia (prevalenza della glicolisi anaerobica a livello cellulare):
PaO2 ridotta
PaCO2 ridotta
Ph ridotto
BE ridotto
Insufficienza di pompa toracica
In questo caso abbiamo una grave insufficienza respiratoria chiamata insufficienza ventilatoria (da deficit di pompa toracica o di tipo2) che si accompagna a grave acidosi mista, sia respiratoria che metabolica:
PaO2 ridotta
Pa CO2 aumentata
pH molto ridotto
BE ridotto
In questo caso l’ipossia può essere causata sia dal deficit ventilatorio in quanto tale, sia da un coesistente deficit di scambio o di parenchima.
Protocollo di monitoraggio in trattamento con CPAP
Monitoraggio continuo del ritmo cardiaco, PA non invasiva, saturazione di O2
Emogasanalisi dopo 30 minuti dall’applicazione e ogni ora successiva
Troponina, Mioglobina E, possibilmente, Pro Bnp ogni 4-6 ore
Se possibile, ecocardio ed eco pleuropolmonare nel corso della prima ora (quest’ultimo al fine di screenare cause di svezzamento difficile come addensamenti parenchimali, versamenti pleurici massivi, eventuali complicanze come Pnx e monitorare il grado di edema interstizio-alveolare).
Lo svezzamento difficile dalla CPAP
Cosa fare se lo svezzamento dalla CPAP nell’insufficienza di parenchima è difficile?
Grave disfunzione ventricolare sinistra –> Agenti inotropi
Sindrome coronarica acuta –> UTIC
Ipovolemia o squilibri elettrolitici –> Correzione Ev. fluid challenge test
Addensamento parenchimale o tep 0 versamento pleurico –> Provvedimenti specifici
Protocollo di applicazione della CPAP nell’insufficienza di pompa toracica (insufficienza di tipo 2)
Valutazione clinica e saturimetrica
Eseguire l’emogas
Se ipossia + Ipocapnia + Acidosi mista e non è disponibile una BiPAP, applicare CPAP 5 cm H2O e bassa FiO2 (in genere 28-30%)
Regolare la FiO2 fino ad arrivare ad una SO2 compresa tra 88-92%, evitare di superare il 95%
Protocollo di monitoraggio in trattamento con CPAP
Monitoraggio continuo del ritmo cardiaco, Pa non invasiva, saturazione di O2
Emogasanalisi dopo 30 minuti dall’applicazione e ogni ora successiva
Troponina, mioglobina e, possibilmente, pro Bnp ogni 4-6 ore (non indispensabile nell’insufficienza di tipo 2)
Se possibile Ecocardio ed Eco pleuropolmonare nel corso della prima ora (quest’ultimo al fine di screenare cause di svezzamento difficile come addensamenti parenchimali, versamenti pleurici massivi, eventuali complicanze come PNX e monitorare il grado di edema interstizio-alveolare)
Protocollo di applicazione della BiPAP nell’insufficienza di pompa toracica
Valutazione clinico saturimetrica (scala Kelly)
Eseguire l’emogas
Se ipossia + Ipocapnia + Acidosi mista applicare la BiPAP con IPAP 10-15 cm H2O ed EPAP 4-6cm H2O
Monitorare il VT e il rapporto FE/FI
Aumentare l’IPAP fino ad ottenere un VT pari o superiore a 8ml/kg di peso corporeo
Regolare la EPAP fino ad ottenere un FE/FI pari o superiore a 0,8
Protocollo di monitoraggio in trattamento con BiPAP
Monitoraggio continuo del ritmo cardiaco, Pa non invasiva, saturazione di O2
Emogasanalisi dopo 30 minuti dall’applicazione e ogni ora successiva
Troponina, mioglobina e, possibilmente, pro Bnp ogni 4-6 ore (non indispensabile nell’insufficienza di tipo 2)
Se possibile Ecocardio ed Eco pleuropolmonare nel corso della prima ora (quest’ultimo al fine di screenare cause di svezzamento difficile come addensamenti parenchimali, versamenti pleurici massivi, eventuali complicanze come PNX e monitorare il grado di edema interstizio-alveolare)
Quando cominciare lo svezzamento dalla NIMV?
Se sei un medico e vuoi condividere la tua esperienza o hai bisogno di maggiori chiarimenti, scrivi pure al Dott Giancarlo Stazi
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